N.1483 (parte 2). Attenti ai lupi.

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Come risolvere il dilemma del Grande Capitalista Zio Paperone? Molto semplice, viene interrogato il mega calcolatore Contivax 5001, che risponde autodistruzione: va in tilt ed esplode. In questo modo la Banda Bassotti rimane a bocca asciutta, Zio Paperone non sgancia un nichelino proprio a nessuno e Paperopoli – inviolata nel suo diritto alla tutela della privacy – ritorna ai vecchi sistemi.
In realtà i due autori, nell’ultima striscia, fanno intuire che l’esplosione del computerone è dovuta al volontario sabotaggio di Archimede per salvare capra e cavoli. Tramonta così l’internet paperopoliana, ma Zio Paperone rimane convinto che l’abnorme quantità di dati immessi nel 5001 ne abbia causato il crash e continua a difendere la sua posizione. Mentre un nipotino gli dice che “troppo progresso, tutto in una volta, può essere dannoso”, Paperone scoppia in un fragoroso “Schiocchezze! L’Elettronica crea nuovi problemi ma la gente non è ancora pronta a risolverli!!!”.

Lezioncina: non sono le tecnologie ad essere condannabili, ma il loro uso da parte dell’uomo. Non si può arrestare il progresso tecnologico, occorre assumere comportamenti più responsabili rispetto all’utilizzo delle tecnologie stesse.
Quasi 37 anni più tardi, schiere di antropologi, filosofi etici, grandi Guru della rivoluzione digitale, la pensano più o meno allo stesso modo. O quasi.
Che al centro di tutto vi sia il libero arbitrio, appare più che scontato. O quasi. Ma uscendo dalle strisce di un fumetto e approdando nella nostra quotidianità, in soldoni – come direbbe Zio Paperone – cosa e come comportarsi? Il ricorso alla proverbiale massima latina est modus in rebus non appare, oggi, per nulla percorribile.

A questo proposito, il super Professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford Luciano Floridi, Direttore del Digital Ethic Labs, ha coniato il neologismo onlife per indicare la sovrapposizione tra reale e virtuale che governa le nostre giornate. Un termine che risale al 2013 e che allude alla “nuova condizione umana nell’era digitale”. Un’esistenza ibrida, dove – anche volendo – è impossibile restare disconnessi. Abbiamo mouse ovunque (intendendo mouse in senso lato, dispositivi che ci connettono con il virtuale), anche se li teniamo spenti. Siamo geolocalizzabili, rintracciabili, algoritmizzati costantemente. Allora chi è il Lupo? L’uomo o la tecnologia? In una intervista rilasciata a Repubblica il 29 settembre scorso a firma di Jaime D’Alessandro, il Prof. Floridi, interrogato su cosa lo preoccupi maggiormente, rispondeva: “La questione dell’adattamento. Prenda la guida autonoma: stiamo iniziando a disegnare le città con corsie preferenziali dedicate alle macchine robot, a dimostrazione che troppo spesso siamo noi ad adattarci alla tecnologia e non il contrario. In secondo luogo l’autonomia nelle nostre decisioni. Scegliamo l’albergo, la musica da ascoltare, il vestito da comprare o il film da guardare in base ai consigli di un algoritmo in una costante erosione dell’autonomia individuale. Non che ieri lo fossimo poi così tanto, non avevamo però mezzi di comunicazione tanto pervasivi spesso mossi da un’intelligenza artificiale che migliora da sola via via nel tempo”.

Erosione dell’autonomia. Il Sindaco di Paperopoli, nel lontano 1983, aveva rimproverato Paperone perché i suoi concittadini stavano perdendo la capacità di scegliere da soli persino “come vestirsi al mattino” senza consultare il computer, allarmato anche da un improvviso ed ipotetico black out che avrebbe comportato l’incapacità dei paperolesi “di fare persino 2+1”.
Continua Floridi: “E allora bisognerebbe chiedersi quali danni abbiamo fatto alle nuove generazioni cresciute in questa prima fase di onlife, nella quale genitori e scuola non hanno potuto o saputo mettere in campo degli anticorpi adeguati”.

Ok Boomer, ci risponde il quindicenne tipo. 

[Avremmo dovuto leggere di più, e meglio, Topolino]

PS. Era il 1977 e nel numero 1106, sempre di Pezzin-De Vita, esce Archimede e… l’illogica vittoria in cui Paperone ed Archimede costruiscono dei robot che sembrano esseri umani e che si accollano i compiti più noiosi come portare a passeggio il cane, andare a scuola…

…e poi, adesso domani in futuro, cosa accadrà?

Topolini, attenti ai Lupi.

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